Reportage dalle dune di Badesi.


Badesi, cantiere sulle dune

Badesi, cantiere sulle dune

Ampio servizio giornalistico di Pier Giorgio Pinna (La Nuova Sardegna) sull’intervento immobiliare in corso presso le dune di Badesi (OT).   La magistratura ha aperto un’indagine e attendiamo gli sviluppi.

Due sole parole in proposito: stiamo attendendo ancora le risposte alle richieste di informazione a carattere ambientale inoltrate in merito (26 dicembre 2012, 25 ottobre 2012, 25 agosto 2011). Finora ne è giunta solo una, quella del Servizio regionale tutela paesaggistica per la Provincia di Olbia Tempio.

E l’accesso alle informazioni a carattere ambientale è un diritto, altro che “persecuzione”, come afferma il sindaco di Badesi Toni Stangoni.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra

 

 

qui il video, qui la fotogallery.

 

Badesi, cantiere edilizio sulle dune

Badesi, cantiere edilizio sulle dune

 

da La Nuova Sardegna, 6 gennaio 2013

Villaggio vicino alle dune, partite le prime indagini. A Baia delle mimose, dopo l’esposto, si acuisce lo scontro ambientalisti-giunta. Residence e ville a 250 metri dal mare. L’opposizione: vogliamo più trasparenza. Pier Giorgio Pinna

BADESI.  Cemento (e indagini) a due passi dalle dune. Incastonato nel borgo turistico stile anni ’70 di Baia delle mimose, il villaggio in costruzione a 250 metri dal mare sembra un ritorno al passato. Soprattutto per la sua posizione. Quantomeno anacronistica, nel 2013, per chi si preoccupa della tutela ambientale. E più in linea con certe scelte consentite sulle coste sarde decenni fa che col Piano paesaggistico regionale di oggi. Non a caso l’investimento immobiliare è al centro di roventi polemiche. Da mesi. Con botta e risposta tra ambientalisti e giunta comunale. Ma non solo. Il primo blocco del complesso si estende per una superficie vasta come due campi da calcio messi in fila. Una sessantina di metri di larghezza. Circa 250 di lunghezza. Un paio di piani sovrapposti, visibili dall’esterno, si snodano già per tutto il perimetro. Sotto due enormi gru, separati dalle stradine circostanti da un’alta recinzione di legno che delimita il cantiere, alcuni operai lavorano a una novantina di 90 residence, ancora allo stato grezzo. La Casa Bianca Italia, Spa del Bergamasco che cura l’intera operazione, li ha ribattezzati «Gioielli delle dune bianche». Meno di mezzo chilometro più avanti, un’altra enclave edilizia. Più piccola e più a ridosso della spiaggia, che proprio in quel punto s’allarga notevolmente. Qui, con una meravigliosa vista sul mare, dovrebbero sorgere nove ville esclusive. Altrettanto suggestivo il nome trovato per questo secondo insediamento: «Il diamante delle dune bianche». A parte gli scavi già portati a termine in profondità, per il momento non si notano costruzioni. Solo box per i muratori e un wc chimico. Dopo il recente esposto alla magistratura presentato dal Gruppo d’intervento giuridico-Amici della terra, come spiega Toni Stangoni, sindaco di questo paese di 1.900 abitanti che punta molto sulle risorse naturalistiche per l’industria delle vacanze, è stato dato il via alle indagini. Soltanto primi controlli, finora. Riscontri. Acquisizioni di carte e documenti. E accertamenti, di routine in questa fase. Naturalmente si punta a stabilire se tutto è in regola. L’amministrazione assicura di sì. Lo stesso sostengono da tempo società immobiliare e impresa costruttrice. Gli ecologisti vogliono verificarlo. E perciò, oltre che le Procure di Tempio e Cagliari, hanno interessato Regione, Soprintendenza, ministero dell’Ambiente. Nel frattempo l’opposizione nel consiglio comunale di Badesi – che dal 16 novembre ha chiesto, per ora senza ottenere nulla, l’accesso agli atti di questo e di altri progetti turistici – in attesa di pronunciarsi nel merito della questione chiede comunque «chiarezza e trasparenza». «Dalle nostre parti l’ambiente è stato salvaguardato: lo dimostrano 16 km di litorale vergine con solo un paio di strade sfaltate verso la spiaggia e la necessità di far intervenire gli elicotteri se qualche bagnante si trova in difficoltà», assicurano Francesco Addis e Tore Stangoni, assessori al Turismo e ai Lavori pubblici. Lavorano in una giunta civica sostenuta da una maggioranza dove figurano esponenti un po’ di tutti i partiti. L’ultimo via libera alla lottizzazione finita sotto i riflettori è stato dato nel 2011 dal precedente esecutivo, guidata dallo stesso sindaco, ora al terzo mandato. «Pensiamo si debba agevolare chi investe nel territorio e non abbiamo niente a che vedere col Gruppo d’intervento giuridico: io stesso opero nei trasporti e nel movimento terra e sono consapevole dei grossi danni subìti dall’edilizia», sostiene il capogruppo della minoranza, Emanuele Serra. «Chiunque, sardo o non sardo, dia lavoro e porti soldi è gradito, però sinora con varie scuse legate alla carenza di personale non abbiamo mai avuto riscontro alle nostre richieste», incalza. «Nel frattempo vediamo punti d’ombra e in tutti gli ultimi consigli abbiamo così bocciato provvedimenti attuativi del Puc che ci apparivano poco chiari – osserva Serra – Quel Piano, del resto, non ha neppure superato la fase di coerenza: la Regione può farlo saltare. E allora che certezze potranno essere date a imprenditori come quelli di Baia delle mimose? Noi partiamo dal presupposto che gli investitori siano in perfetta regola: ma perché non possiamo ottenere riscontri sicuri prendendo visione degli atti riguardanti i progetti – in questo come in altri casi – visto che siamo amministratori anche noi?». C’è dunque un piano del dibattito che riguarda l’osservanza delle norme. E un altro che tocca altre sensibilità. A partire dall’opportunità di consentire, anche a fronte d’interventi contraddistinti da tutti i crismi, operazioni che sembravano non più possibili, almeno tanto vicino alla linea della riva, se non per il restauro di fabbricati preesistenti. Stefano Deliperi, per il Grig, ribadisce tutti i rilievi critici: «Nonostante quel che dice il sindaco, nessuno ci ha mai dato risposte: né lui né altre autorità cui ci siamo rivolti, a eccezione della Provincia Gallura. Vogliamo sapere di fatto una sola cosa: le licenze per quei complessi residenziali sono state prorogate o no? E se sì, come dicono a Badesi, com’è stato possibile dato che si parla di progetti risalenti addirittura al 1975 e le autorizzazioni hanno in genere durata decennale?». Insomma, la querelle di Baia delle mimose pare destinata a continuare. È vero che i blocchi del nuovo villaggio sorgono all’interno di un abitato fronte mare in parte già a meno di 300 dalla battigia. Ma certo nell’isola vedere adesso costruire nei pochi spazi lasciati liberi tra vecchie lottizzazioni, per di più vicino alle dune, non è uno spettacolo diffuso. Almeno in una Sardegna che in tanti casi tenta di rimediare a gravi errori del passato.

 

Badesi, lavori sul litorale

Badesi, lavori sul litorale

 

Il gruppo turistico: «Superati tutti gli scogli del Ppr». 

Immagini da sogno, cartoline con spiagge bianchissime e un mare dal blu intenso. Istantanee che fotografano la costa di Badesi. Compaiono sul sito della società lombarda che promuove l’investimento a Baia delle mimose. Il gruppo si chiama Casa Bianca Italia Spa. Nella presentazione dell’offerta ai potenziali acquirenti non fa mistero di come la situazione che è riuscita a conquistare rappresenti un’eccezione in Sardegna, considerati i vincoli imposti dalla Salvacoste. Si può infatti leggere in Rete: «Quando si varcano le dune di sabbia, lo spettacolo è assicurato. Una distesa infinita di spiaggia (16 km) con la vista di tutto il litorale della Costa Paradiso e nei giorni più limpidi anche della Corsica. A pochi metri da questo spettacolo, all’interno di un villaggio preesistente, abbiamo la nostra splendida iniziativa che consiste in soluzioni residenziali da 2/3/4 locali, oltre a villette singole e bifamiliari, a 250m dal mare». In un cartello lungo la strada si precisa che i prezzi partono da 89mila euro. Sul sito invece s’indica il minimo in 129mila. E poi si spiega: «L’eccezionalità sta nel fatto di aver superato tutti gli scogli e le limitazioni che la Regione Sardegna ha emanato di recente in merito a costruzioni edilizie entro i 2 km dalla costa: la rivalutazione immobiliare di questi alloggi sarà, quindi, certamente notevolissima».« Pronta consegna»: in primavera, si precisa ancora in Rete.

 

Badesi, cartello "inizio lavori", cantiere sulle dune

Badesi, cartello “inizio lavori”, cantiere sulle dune

 

Il sindaco: autorizzazioni in regola. «Cubature dimezzate, noi tuteliamo già il territorio, denuncerò chi ci accusa».

BADESI.  All’inizio dice che preferisce non parlare: «C’è un’inchiesta e quando le indagini saranno finite mi riservo di controdenunciare. Nel frattempo, mi spiace, posso solo rilevare una specie d’accanimento nei confronti del nostro Comune da parte del Gruppo d’intervento giuridico». Poi, però, il sindaco, Toni Stangoni, cambia idea. E decide di spiegare. «Lo faccio – puntualizza – perché non mi va di essere scambiato per uno che non ha a cuore il paesaggio». «Ma come può succedere una cosa simile? – sbotta –Io sono un tecnico del Cnr: conosco bene sia la legislazione sia quel che è indispensabile sul piano ambientale per il territorio. In questi anni mi sono dato da fare per proteggere il Sito d’intesse comunitario attorno al Coghinas, per difendere spiagge e dune, per limitare le costruzioni lungo il litorale. E adesso mi ritrovo con contestazioni incomprensibili». Come nasce allora la singolarità di costruzioni che gli stessi investitori definiscono eccezionali ? «Tutti hanno dato le autorizzazioni, dal Servizio di vigilanza regionale alla Provincia: mi chiedo perciò di che discutiamo e, soprattutto, che titolo ha il Grig per intervenire visto che i pareri delle autorità competenti sono favorevoli», risponde il sindaco. Che si sfoga ancora: «È paradossale che proprio noi che abbiamo grande sensibilità ambientale veniamo subissati di lettere e richieste da parte di questo gruppo». «Quella lottizzazione ricade in un vecchio piano di fabbricazione anni ’70 rinnovato negli ’80, così come solo altre due in 8 km di costa – prosegue Toni Stangoni – Da quell’epoca non è stato programmato un solo metro cubo in più nella fascia di litorale. Anzi. Dopo il Ppr di Soru siamo andati alla verifica di coerenza e abbiamo abbattuto le cubature del 50%. Non ci saranno altre concessioni né sono mai state pensate. Ma i belgi che hanno poi passato tutto ad altre società nel tempo avevano maturato diritti. E questi diritti acquisiti sono perfettamente legittimi. Non è neppure vero che quell’area ricade nel Sic perché è nel centro di Baia delle mimose che non ne fa parte. Noi d’altronde abbiamo ereditato questo stato per continuità amministrativa». «Che cosa avremmo dovuto fare? Opporci comunque. per partito preso, e senza appigli giuridici, per poi esporci a una causa di risarcimento danni?», domanda il sindaco. «Ci siamo invece mossi sul piano delle compensazioni e abbiamo ottenuto chance per tutelare il territorio come le passerelle di legno a protezione delle dune, le zone pedonali vicino al mare, altri interventi che ci vedono impegnati d’accordo con la Forestale – conclude Stangoni – Abbiamo ridotto l’indice fondiario da 1 metro quadro a 0,30 e anche l’aviosuperficie di cui tanto si parla è in linea con la difesa dell’ambiente».

 

 

Ministero dell'ambiente, cartografia del S.I.C. "Foci del Coghinas" (ITB010004)

Ministero dell’ambiente, cartografia del S.I.C. “Foci del Coghinas” (ITB010004)

 

(foto per conto GrIG)

  1. icittadiniprimaditutto
    gennaio 6, 2013 alle 3:38 PM

    Reblogged this on Pier Carlo Lava.

  2. Manuel Zanella
    gennaio 6, 2013 alle 8:35 PM

    Io sto con il GrIG e con tutte le battaglie che quotidianamente affronta per il rispetto dell’ambiente e della legalità, comprese le richieste di informazioni ambientali essenziali per conoscere lo stato dell’ambiente!

  3. teresa
    gennaio 6, 2013 alle 9:08 PM

    Alla faccia del Cnr!E questo sindaco sarebbe pure un tecnico.Ma avesse avuto almeno il pudore di spostarsi un pò più all’interno!250 mt sono pocchissimi.
    .Se,come dice si è sempre battuto per la salvaguardia dell’ambiente(ha fatto solo il suo dovere)avrebbe dovuto lottare ora più che mai,distruggere le dune è un delitto!Rimango comunque dell’idea che i comuni abbiano un potere eccessivo nella gestione del territorio(dal dopoguerra ad oggi sono riusciti a massacrarlo in tutti i modi) e credo si dovrebbe rivedere il rapporto Stato-autonomie.Dalle foto si intuisce la “splendida bellezza”del futuro insediamento:strade asfaltate,lampioni e cassonetti dell’immondezza!

  4. Andreina
    gennaio 7, 2013 alle 3:10 PM

    Ma proprio il sindaco Toni Stangoni parla di tutela ambientale, ma non era lui che voleva a tutti costi costruire un’aviosuperficie proprio alla foce del coghinas???? Lui che continua a sostenere di aver fatto una passeggiata attravero il bosco fino alla foce del coghinas (riservata solo ai romantici camminatori) e non invece a tutte le auto, ma è andato avedere alla fine della stagione quali erano i danni causati dalle auto alle dune???? Mi riesce difficile credergli, se non avessi visto con i miei occhi, allora forse potrei credere che il sindaco sia anche lui un romantico come la maggior parte dei turisti che cercano in questi splendidi luoghi, relax, contatto con la natura e molte altre sensazioni che in genere è difficile trovare in una grande città, ma questa è sicuramente un’altra storia che non ha nulla da spartire con gli intreressi che invece gravitano intorno alle costruzioni che si stanno costruendo a Baia delle Mimose, alla faccia di chi invece alla tutela dell’ambiente ci tiene veramente, pur non essendo sardo. Le foto che si vedono dello sbancamento delle dune, dimostrano come il danno è puertroppo stato fatto, ed è sempre troppo tardi per prendere delle precauzioni a salvaguardia del territorio.
    Grazie.

  5. Andreina
    gennaio 7, 2013 alle 3:11 PM

    Ho dimenticato di chiedere, ma quella foto evidenziata di rosso. non vuol dire che è una zona protetta, ovvero SIC??????

  6. gennaio 7, 2013 alle 4:55 PM

    Sì, com’è scritto nella didascalia, è la cartografia del S.I.C. “Foci del Coghinas”.

  7. Occhio nudo
    gennaio 7, 2013 alle 5:14 PM

    La cosa più sconvolgente è constatare in che mani siamo, chi sono gli amministratori sardi, compresi i politici di minoranza (il consigliere che si occupa di movimento terra ne è un esempio). D’altra parte, se una persona lavora al CNR perchè mai dovrebbe rendere conto ai cittadini del proprio operato?

  8. Franz.
    gennaio 7, 2013 alle 6:46 PM

    Non mi è chiaro se il GRIG ha inviato l’atto di diffida per mancato compimento di atti del poprio Ufficio al Comune di Badesi e al Prefetto competente. A norma dell’Art.328-comma 2 del Codice Penale ,trascorsi i 30 gg. è competenza del magistrato Penale. Altro che denunce paventate dal Sindaco….

  9. Juri
    gennaio 7, 2013 alle 11:28 PM

    Quando un sindaco parla di accanimento anziché accogliere con favore il sacrosanto esercizio del diritto all’informazione ambientale, vuol dire che la situazione è grave ma, verrebbe da dire, non seria. Però poi si assiste persino al diniego di queste informazioni e allora la faccenda seria lo diventa, e pure molto…

  10. Andreina
    gennaio 8, 2013 alle 2:06 PM

    Ma se Baia delle Mimose è considerata zona SIC come risulta dalla cartografia, perchè il sindaco Stangoni sostiene il contrario, dicendo che è stata estrapolata (credo dal 2002) la parte che riguarda il villaggio, anche se non capisco come si possa avere una parte centrale non SIC mentre tutto intorno lo è!!!

  11. gennaio 10, 2013 alle 3:03 PM

    Il Servizio regionale tutela paesaggistica per la Provincia di Olbia Tempio ha chiesto (nota n. 1322/XIV.12.2 del 10 gennaio 2013) al Responsabile del Settore tecnico del Comune di Badesi informazioni in proposito, “in particolare circa la validità del P. di L. approvato dalla Soprintendenza di Sassari, ai sensi e per gli effetti dell’art. 12 della legge n. 1497/39, nel quale sussistono le opere in fase di realizzazione, al fine di verificare le condizioni di cui all’art. 3, lett. c), l.r. 28/98 circa il mantenimento delle condizioni della subdelega”.
    In pratica, vuol conoscere se sussiste un piano di lottizzazione tuttora vigente, proprio quello che abbiamo richiesto anche noi.

    • Juri
      gennaio 10, 2013 alle 3:41 PM

      Chissà se ora il sindaco di Badesi parlerà di accanimento anche da parte del Servizio Tutela Paesaggio..

  12. Andreina
    gennaio 11, 2013 alle 5:23 PM

    Grazie per quanto state facendo , vedo l’interessamento del GRIG e mi piacerebbe che fossero in molti a prendersi a cuore la situazione, spero fortemente che si possa arrivare ad una felice conclusione, anche se guardando le foto dello sbancamento delle dune mi viene una tristezza infinita pensando al danno che si è già creato e alla macchia mediterranea distrutta dove ci vorranno (se mai succederà) anni e anni prima che ricresca. Sono speranzosa e ringrazio tutti quelli che scrivono e che conoscono la situazione:

  13. Giovanni
    febbraio 25, 2013 alle 10:07 PM

    Appena adesso (25/02/2013 – 21:30) ho ricevuto una telefonata da una “gentile signora” che mi ha chiamato per dirmi che io sono arrogante, dovrei andare a vivere in un paese comunista, non rispetto la democrazia, etc etc, perchè sul sito http://www.italcasabergamo.it ho compilato il form scrivendo, oltre al NOME COGNOME E TELEFONO REALE, “SPERO CHE QUALCUNO FERMI LA COSTRUZIONE DI QUESTO SCHIFO, E NEL CASO RIUSCIATE A COSTRUIRE, CHE VI RIMANGANO LE CASE VUOTE”….
    Ho autorizzato la signora al telefono (di cui non so il nome), ad inviare i miei dati e renderli pubblici all’UNIONE SARDA, comprensivi di messaggio da me inviato, ma mi ha risposto che non aveva tempo da perdere. Di conseguenza ho replicato dicendo che allora penso proprio che le case in questione sicuramente sono abusive.

    Sono stato invitato pure a rivolgermi non a lei, perchè (parole sue) non è lei che costruisce, ma a “chi di dovere”…e alla mia richiesta di un numero di telefono del sig. “chi di dovere”, mi è stato detto che di nuovo non aveva tempo da perdere.

    Del resto la signora al telefono mi ha pure detto di non essere di ITALACASA, e io ho risposto “Allora per quale motivo la mail arriva a lei e non a chi di dovere?”. Non ho ottenuto chiarimenti.

    Ho pure saputo direttamente da lei che vive in Sardegna, e dal momento che le ho detto che considero una presa per il culo il fatto che una che vive in Sardegna possa pensare di costruire certe schifezze, mi son sentito dire “MA LEI CONOSCE LA SARDEGNA? HA VISTO LA ZONA? HA VISTO CHE CI SONO ANCHE ALTRE CASE LI? HA VISTO STINTINO?”. Alla mia affermazione di conoscere la Sardegna come le mie tasche, mi son sentito dire che ero di nuovo un arrogante e che pensavo a senso unico (in effetti vuoi non pensare a quei poveri turisti milanesi, bergamaschi e magari sardi, che poverini non hanno una villa sulle dune? che cattiveria, COSTRUIAMO TUTTO DAI!!!)

    Quindi, io sono ARROGANTE, COMUNISTA (proprio io!), MALEDUCATO E OFFENSIVO. Invece, voi, che costruite villette e ville sulle dune, che cosa siete? (mi verrebbe una parolaccia, ma non vorrei essere volgare).

    PS: avendo io menzionato nella mia telefonata il GRUPPO DI INTERVENTO, la sempre gentile signorina, mi ha fatto il nome di Emanuele Serra, di cui ho letto il nome in un articolo di giornale, e mi ha detto che avrei dovuto riferigli di farsi gli affari suoi.

    Emanuele, se leggi, hai capito? FATTI GLI AFFARI TUOI!

    Per la signora in questione. SI SEGNI BENE IL MIO NUMERO 3470144935, MI CHIAMI PURE QUANDO VUOLE, la prossima volta però, se non lo manda lei al giornale, il messaggio che le ho scritto, lo manderò io. E poi vediamo se avete le concessioni in regola.

    • Occhio nudo
      febbraio 25, 2013 alle 10:17 PM

      Ottima idea.

  14. Andreina
    febbraio 26, 2013 alle 2:43 PM

    Ho già scritto da diverse parti e mi sembra impossibile che nessuno risponda a questa assurda battaglia edilizia, credevo davvero che la magistratura sarebbe stata interessata e quindi intervenire, ma pare che nulla possa contro la potenza dei vari padroni possessori di queste dune meravigliose che sono Baia delle Mimose (dune che poi ho sempre creduto essere proprietà dello stato) un bene comune tanto da essere considerata zona SIC, anch’io mi auguro come il signore sopra che se riusciranno a costuire e quindi a distruggere quel poco di bello che ancora rimane a Baia delle Mimose (poco, perchè molti danni sono stati fatti, e non solo, le case costruite una vicino all’altra, quasi fose un alveare) ma davvero i signori proprietari di Baia delle Mimose, credono di poter attirare i turisti in un villaggio fatiscente, e che quindi i soldi sarebbero dovuti servire per ripristinare e restaurare tutto ciò che all’interno del villaggio cade a pezzi.
    Non ho più argomenti, per questo scempio che si compie ai danni della sardegna (perchè i turisti si sono già stufati di essere presi in giro).

    Grazie

  1. agosto 20, 2013 alle 3:37 PM

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